Bresciaoggi 12 maggio 2010
Questa settimana il dado dovrebbe essere tratto. Una serie di incontri al vertice nel Pdl e nella Lega (e allinterno di entrambi i partiti) dovrebbe definire il nuovo assetto della giunta provinciale. Lipotesi più probabile resta quella della sostituzione di Mauro Parolini (eletto in Regione, rassegnerà le dimissioni da assessore ai Lavori Pubblici) con la collega di partito e di corrente Mariateresa Vivaldini e la conferma del format a 10 assessori: 5 del Pdl (più il vicepresidente Giuseppe Romele) e 5 della Lega Nord. Questo dovrebbe restare lassetto fino allanno prossimo, quando per effetto delle legge Calderoli il presidente Daniele Molgora dovrà tagliare la sua giunta, abbassandola a 8 unità. Unoperazione dolorosa, che a un certo punto sembrava poter essere anticipata complice laddio di Parolini. Lipotesi però avrebbe costretto il presidente provinciale a tagliare uno dei suoi assessori leghisti, rischiando di alzare unondata di malcontento. Se lipotesi a 8 è impraticabile, quella a 12 sta prendendo quota, anche perchè la Lega non nasconde il suo malcontento per il fatto che oltre a Parolini, confermato vicepresidente, nel consiglio di amministrazione di Brebemi ora cè anche Alberto Cavalli. Il Pdl, insomma, avrebbe fatto il pieno e, in più. manterrebbe lassessorato ai Lavori Pubblici con la cooptazione di Vivaldini. Un quadro che al Carroccio non può star bene. Di conseguenza neppure a Molgora. Ecco perchè il presidente tiene in caldo la formula a 12 assessori. La agita, quasi come una minaccia, mentre si chiariscono le nomine nelle società partecipate.
SE LA LEGA spunta briciole tra Centropadane, Brebemi e Serenissima (dove ci sono ancora Cavalli e Parolini ma dimissionari), Molgora potrebbe assegnare i Lavori pubblici non alla Vivaldini, ma ad un «lumbard» e magari mollare un paio delle sue deleghe ad un altro dei suoi. Certo, così contravverrebbe alla linea dellausterity che ha impostato arrivando in Broletto e che non perde occasione per rivendicare, richiamando spesso gli assessori a tenere sotto controllo le spese. Senza dire che sarebbe un segnale di direzione inversa rispetto a quella che lente e il presidente dovranno imboccare lanno prossimo per la legge Calderoli.
Se questi giochi dovessero costare il posto alla Vivaldini, probabilmente Molgora dovrebbe guardare a qualche donna della Lega per stemperare il «maschilismo» della sua giunta in vista del consiglio provinciale fissato per il 24 maggio
SE LA LEGA spunta briciole tra Centropadane, Brebemi e Serenissima (dove ci sono ancora Cavalli e Parolini ma dimissionari), Molgora potrebbe assegnare i Lavori pubblici non alla Vivaldini, ma ad un «lumbard» e magari mollare un paio delle sue deleghe ad un altro dei suoi. Certo, così contravverrebbe alla linea dellausterity che ha impostato arrivando in Broletto e che non perde occasione per rivendicare, richiamando spesso gli assessori a tenere sotto controllo le spese. Senza dire che sarebbe un segnale di direzione inversa rispetto a quella che lente e il presidente dovranno imboccare lanno prossimo per la legge Calderoli.
Se questi giochi dovessero costare il posto alla Vivaldini, probabilmente Molgora dovrebbe guardare a qualche donna della Lega per stemperare il «maschilismo» della sua giunta in vista del consiglio provinciale fissato per il 24 maggio